lunedì 9 luglio 2012

Frasi Tratte dal libro...#9


"La maga delle spezie"
di Chitra Banerjee Divakaruni



E mi sono convinta che i vuoti spazi echeggianti del cuore siano parte integrante della condizione umana non meno del nostro desiderio di colmarli.


Una frase difficile da pronunciare, "avevo torto". Talora difficile quanto la parola amore.


Usa tutto. Bocca e mano, sì, unghie e denti, battiti di ciglia sulla pelle, sguardi seducenti. Dài e prendi, lusingando. Imita la grande cortigiana alla corte di Indra sovrano degli dèi.
Fa di lui l'esploratore di quella terra vergine che è il tuo corpo, montagne laghi e città. Fagli inventare strade là dove prima non ne esistevano. Lascialo penetrare infine nel luogo ove sei più profonda e più ignota, intrico di viticci, urlo di giaguaro, profumo conturbante di rajanigandha, tuberosa selvatica, fiore notturno e nuziale. Perché l'amore non è forse l'illusione di aprirsi completamente l'uno all'altra, di abolire ogni intollerabile distanza?


Ora ho imparato quanto profondamente la vanità affondi le sue radici nel cuore umano, la vanità, un'altra forma della paura di non essere amati.


Trascorrevamo i giorni senza fretta, eppure ciascun momento si faceva urgente, petalo vorticoso trascinato verso il mare da un rapido fiume. Se non l'avessimo colto, se non avessimo imparato quanto poteva insegnarci, l'avremmo perduto per sempre.


Con tanto amore, come respirerò?



A volte mi opprime un gran peso, un lago di ghiaccio nero, quando penso che da un capo all'altro di questa terra neppure un'anima sa chi sono.


Quando si ha il cuore indurito dal proprio dolore, è facile restare indifferenti a quello altrui.


Frasi Tratte dal libro...#8


"La solitudine dei numeri primi"
di Paolo Giordano


Vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero.





Ecco. Ci pensava spesso. Di nuovo. Era come un altra delle sue malattie, dalla quale non voleva veramente guarire. Ci si può ammalare anche solo di un ricordo e lei era ammalata.


Sentiva il bisogno di abbandonare il proprio peso sul corpo di qualcun altro, come sei il contenuto della testa fosse improvvisamente diventato insostenibile per le sue gambe da sole.

2760889966649. Lo lesse ad alta voce, poi lo rilesse. Decise che quel numero sarebbe stato il suo. Era sicuro che nessun altro al mondo si fosse mai fermato a considerare quel numero. Probabilmente fino ad allora nessuno l'aveva neppure scritto su un foglio e men che meno pronunciato ad alta voce.


Aveva imparato a rispettare il baratro che lui aveva scavato tutto intorno a se... anni prima aveva provato a saltarlo quel baratro e ci era cascato dentro... ora si accontentava di sedersi sul ciglio con le gambe a penzoloni nel vuoto!

LA MAGA DELLE SPEZIE di Chitra Banerjee Divakaruni

La maga delle spezie
Autore: Chitra Banerjee Divakaruni
Titolo Originale: The mistress of Spices
Traduzione: Federica Oddera
Edizione:Einaudi
Formato: Brossura
Anno: 2001
Iniziato: 1 luglio 2012
Finito: 6 luglio 2012


TRAMA

Una vecchia signora indiana in una botteguccia di Oakland, California, con le sue mani nodose sfiora polveri e semi, foglie e bacche, alla ricerca del sapore più squisito o del sortilegio più sottile. E' Tilo, la Maga delle Spezie. La sua storia inizia in uno sperduto villaggio indiano dove la rapiscono i pirati, attratti dai suoi arcani e misteriosi poteri, per portarla su un'isola stregata e meravigliosa. Lì Tilo apprende la magia delle spezie che in America le permetterà di aiutare chi, come lei, si è lasciato l'India alle spalle. Nella Bottega della Maga, dunque, sfilano vite e desideri, fatiche e speranze d'immigrati, e le spezie, con i loro mille, minuscoli occhi, scrutano ogni gesto della loro signora.

RECENSIONE
Un libro particolare magico sotto certi punti di vista, ogni capitolo ha il nome di una spezia che viene usata poi come preparato per qualche persona o problema.
Però mi aspettavo di più, capisco il così detto “insegnamento finale” ma non niente di speciale se non scontato.
E' un libro che suggerirei di leggere?
No sinceramente io stessa volevo abbandonarlo, ma non l'ho fatto perchè fino alla fine mi aspettavo che succedesse qualcosa di significativo, facendomi capire che arrivare fino all'ultima pagina ne era valsa la pena.
Delusione

AUTORE
Chitra Banerjee Divakaruni
è nata a Calcutta e vive a San Francisco. 
Ha pubblicato per Einaudi il libro di racconti Matrimonio combinato e i romanzi La Maga delle Spezie, Sorella del mio cuore, Il fiore
del desiderio, La regina dei sogni, Anand e la conchiglia
magica, il secondo volume della saga Anand e lo specchio del fuoco e del sogno e Il palazzo delle illusioni. Nel 2011 esce sempre per Einaudiil romanzo Raccontami una storia speciale.





LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI di Paolo Giordano



La solitudine dei numeri primi
Autore: Paolo Giordano
Edizione: 1° edizione Arnoldo Mondadori Editore
Formato: Rilegato
Pagine: 304
Anno: 2008
Iniziato: 29 giugno 2012
Finito: 1 luglio 2012





TRAMA 

Alice ha sette anni e odia la scuola di sci, ma suo padre la obbliga ad andarci. È una mattina di nebbia fitta, lei ha freddo e il latte della colazione le pesa sullo stomaco. In cima alla seggiovia si separa dai compagni e, nascosta nella nebbia, se la fa addosso. Per la vergogna decide di scendere a valle da sola, ma finisce fuori pista, spezzandosi una gamba. Resta sola, incapace di muoversi, al fondo di un canalone innevato, a domandarsi se i lupi ci sono anche in inverno. Mattia è un ragazzino intelligente con una gemella ritardata, Michela. La presenza costante della sorella umilia Mattia di fronte ai suoi coetanei. Per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia decide di lasciare Michela nel parco, con la promessa che tornerà presto da lei. Questi due episodi iniziali, con le loro conseguenze irreversibili, saranno il marchio impresso a fuoco nelle vite di Alice e di Mattia, adolescenti, giovani e infine adulti. Le loro esistenze, così profondamente segnate, si incroceranno e i due protagonisti si scopriranno strettamente uniti eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano primi gemelli: due numeri primi separati da un solo numero pari, vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero. Questo romanzo è la storia dolorosa e commovente di Alice e di Mattia, e dei personaggi che li affiancano nel loro percorso. Paolo Giordano tocca con sguardo lucido e profondo, con una scrittura di sorprendente fermezza e maturità, una materia che brucia per le sue implicazioni emotive. E regala ai lettori un romanzo capace di scuotere per come alterna momenti di durezza e di spietata tensione a scene più rarefatte e di trattenuta emozione, piene di sconsolata tenerezza e di tenace speranza.  

RECENSIONE
A volte siamo solo l'ombra di quello che potremmo essere, a volte il nostro bagaglio personale, le nostre storie sono più forti dei nostri bisogni. A volte si ha solo bisogno di silenzio. Assoluto silenzio. Non ci sono lacrime che possano liberarci dall'asprezza, dalla rigidità, da queste forti armature che ci mettiamo perchè così niente ci può più scalfire, non più.
Niente può farci male.
Ma forse una parte di noi vuole quel dolore,un dolore in grado di finirci o ridarci la vita, ridare alla nostra esistenza la scossa capace di farci provare qualcosa di nuovo.
Quando invece non è così andiamo solo più giù, niente riesce a strapparci dal nostro incubo. E così la nostra mente lavora, piccoli meccanismi, film che la nostra testa fa in ogni attimo o situazione, ci basta chiudere gli occhi.
Ma una piccola parte di noi è come affamata, bisognosa di nuovi stimoli, di voler provare, sentire, e per un attimo forse il nostro cuore viene riscaldato dall'amore, dalla sicurezza, dalla pace, forse è proprio questo che veramente cerchiamo LA PACE.
Vederla negli occhi degli altri, nei loro gesti o nelle parole non dette.
Ma soltanto noi siamo in grado di darcela.
In questo libro la tristezza, la solitudine, la sofferenza, un tunnel dentro il quale si entra e dal quale difficilmente se ne esce, o dal quale non si può uscire per il senso di colpa o “semplicemente” perchè ormai troppo tardi.
Due vite, due dolori, due famiglie distrutte, con una maschera indossata da ognuno per mantenere quell'apparenza di famiglia normale, tutte le parole non dette e tutte le lacrime non versate.
Mi sono scontrata con questo libro semplicemente perchè pur avendo passato situazioni davvero tristi e forti, non riesco a capire fino in fondo, non tanto la vita /scelte di Mattia, quanto quelle di Alice.
Non riesco a capire il suo stato d'animo fino in fondo, capisco il risentimento verso il padre ma non quello nei confronti delle altri persone.
Viola e combriccola, ok il bisogno di voler far parte di qualcosa o essere vista come “tipa giusta”, ma perchè il tatuaggio, perchè abbassarsi ancora di più a certi gesti.
Il rapporto con il suo corpo lo capisco fino ad un certo punto, alla fine con il suo non mangiare capisce di mettere in pericolo la sua salute e.....e cosa?
Vuole farla finita?
Vuole vedere il suo corpo sgretolarsi una volta per tutte?
Non lo so non mi convince, capisco cosa lo scrittore aveva intenzione di dire, cosa cercava di farci toccare, ma credo che la sofferenza sia molto soggettiva, credo che chi come me l'abbia toccata, respirata e vissuta sul serio certe parole, certe situazioni siano solo dei clichè letti e riletti.
Quando si ha un dolore così forte da implodere dentro di te tanto forte da riuscire a bruciare ogni cosa non facendoti provare più niente, per quanto tu ti possa sforzare, per quanto tu voglia, niente ti dà la giusta forza  per svegliarti da questo torpore emotivo.
Vuoi solo dormire e farla finita.
Il libro?
Bello, scorrevole, in certi punti ogni tassello và al suo posto ma poi nel finale capisci che c'è qualcosa che si è perduto, è come se lo scrittore si sia perso, come se abbia chiuso il romanzo perchè di corsa e troppo tardi. 

AUTORE


Paolo Giordano (Torino 1982) è laureato in fisica teorica. Con La solitudine dei numeri primi, suo romanzo d'esordio e bestseller internazionale tradotto in più di quaranta lingue, ha vinto tra gli altri il premio Strega 2008 e il premio Campiello Opera Prima.