mercoledì 25 maggio 2011

Uscite 26 maggio...

Come sempre vi riporto i titoli di quelli che maggiormente mi hanno colpita, sia per  curiosità che per bellezza.


BULLFIGHTING
Autore: Roddy Doyle
Traduzione di Silvia Piraccini
Pagg. 288
Ed: Guanda
Collana: Narratori della Fenice
Costo: 17.00
Uscita prevista: 26 maggio

Tredici affreschi dell'Irlanda di oggi. Sullo sfondo la crisi mondiale, la disoccupazione e l'incertezza del futuro. Sono storie comuni, di persone comuni, nelle quali ciascuno si può rispecchiare. Roddy Doyle racconta le piccole delusioni quotidiane, il logorio della vita condivisa, uno scenario a tratti desolante, dove però c'è ancora spazio per ridere delle proprie debolezze. C'è la storia di una coppia sposata da tempo, che sembra trovare in un cane l'unico motivo d'unione. C'è un gruppo di amici dublinesi che, durante una vacanza in Spagna, continua a vivere come se fosse a casa, a parlare, ubriacarsi, fino al momento di epifania nell'arena, durante una corrida. Lo sguardo del narratore è pacato, disincantato e compassionevole, nel comporre i tratti teneri e sconsolati in cui la quotidianità e i sentimenti appassiscono, filtrati dal senso dell'umorismo di Doyle.

 I GIUDIZI
"Roddy Doyle ha ridefinito da solo, almeno su questa sponda dell'Atlantico, cosa debba intendersi per narrativa letteraria."
Nick Hornby


"Roddy Doyle è una sorte di eroe nazionale. E' colui che ha fatto conoscere al mondo la realtà urbana dell'Irlanda d'oggi."
Irish Independent


TRATTO DAL LIBRO
"I suoi genitori, dopo i funerali, andavano al fish anc chips. Bill lo scoprì riaccompagnandoli a casa, appunto, dopo un funerale — era morto il marito della sorella, a sua volta morta da tempo, di sua madre. Li aveva accompagnati in macchina perché la chiesa e il cimitero erano nella profonda campagna, in una fogna di paesino che il boom economico, ormai morto sepolto, sembrava non aver nemmeno sfiorato, se non fosse stato che il prete era polacco. Suo padre non se la sentiva più di guidare sulle stradine di campagna e sua madre si era rimpicciolita. Non arrivava ai pedali.
Così sosteneva lei."


L'AUTORE



Nato a Dublino nel 1958, Roddy Doyle è considerato il capofila della nuova narrativa irlandese. Ha ottenuto uno strepitoso successo internazionale con Paddy Clarke ah ah ah!, vincitore del prestigioso Booker Prize nel 1993. Presso Salani sono usciti Il trattamento Ridarelli, Rover salva il Natale e Le avventure nel frattempo.




 IL TORO NON SBAGLIA MAI
Autore: Matteo Nucci
Pagg. 336
Ed: Ponte alle Grazie
Costo: 16.80
Uscita prevista: 26 maggio


Un italiano non più giovanissimo ha esplorato per anni la Spagna mosso dall'ossessione e dalla fede: la fede che il senso iberico della festa, della morte, della comunità gli trasmetteranno, per vie che non conosce, il segreto profondo del suo essere. Non conosce le vie, ma sa che passeranno per "i tori": questo è il modo in cui in spagnolo si chiama la corrida. Nel suo viaggio solitario lo scortano Hemingway, García Lorca e Bataille, ma anche Platone e i miti greci, e lo bracca il nostro generale disprezzo verso quelle forme antiche di liturgia, di arte, di allevamento, in cui rispetto materiale e identificazione spirituale si fondono in modi sconosciuti alla nostra sensibilità. In un bar di Cadice, l'italiano si imbatte in Rafael Lazaga Julia, un suo coetaneo ex torero che accetta di iniziarlo, di insegnargli alcune figure del "toreo" e chissà, di prepararlo un giorno ad affrontare se non un torello - cosa già impensabile per un dilettante - una pur temibile vacca selvaggia. Rafael, animato a sua volta dal sogno di tornare nell'arena, lo introduce con un misto di diffidenza e generosità nel proprio mondo taurino, popolato da figure nobilissime e faccendieri da quattro soldi, e lo ospita nella propria famiglia, una famiglia pervasa di mistero: una famiglia eterna con al centro l'ineffabile Mariana, sorella cieca e veggente di Rafael, e il suo bambino, Paco. Attraverso questi incontri l'italiano potrà approfondire - e rendercene partecipi - la conoscenza di un rito che è un'isola di verità e riflessione nel mare accanito e conforme della modernità.

 I GIUDIZI
"Gettati tutti nel mondo veniamo, come i tori di Nucci nell'arena."
Antonio Pennacch


TRATTO DAL LIBRO
"Quegli occhi, quello sguardo sprezzante. Il toro è un animale magnifico, possiede una tracotanza, un'arroganza, anche nella morte. Non ho mai visto niente del genere tra gli animali. E io di fronte a questi occhi non sono più riuscito a mettermici. Del resto, ognuno ha il suo toro, ognuno ha il suo toro. Si dice coì, lo sai? Io ho i miei tori da sfidare ogni giorno, ogni benedetto giorno che affropnto ho i miei tori da affrontare."

L'AUTORE


Matteo Nucci è nato a Roma nel 1970. Ha studiato il pensiero antico e ha curato una nuova edizione del Simposio di Platone (Einaudi, 2009). Collabora con la Repubblica. Suoi racconti sono apparsi sulle principali riviste letterarie. Sono comuni le cose degli amici (2009), il suo primo romanzo, è stato finalista al Premio Strega 2010.





ANGELOLOGY
Autore: Danielle Trussori
Traduzione di Anna Rusconi e Velia Februari
Pagg. 504
Ed: Nord
Collana: Narrativa
Costo: 18.60
Uscita prevista: 26 maggio

Quando il padre l'aveva affidata alle suore francescane del convento di St. Rose, vicino a New York, Evangeline aveva soltanto dodici anni. In quella pace operosa, la bambina è diventata donna e ha poi scelto di prendere i voti. Adesso si occupa della biblioteca del convento, che ospita un'eccezionale collezione d'immagini angeliche. Ma, proprio in quel luogo apparentemente così lontano dai turbamenti del mondo, Evangeline scopre alcune lettere, spedite negli anni '40 dall'ereditiera Abigail Rockefeller a una suora del St. Rose: in esse vengono citati una misteriosa spedizione nella Gola del Diavolo, in Bulgaria, e il ritrovamento di un cadavere perfettamente conservato. Il cadavere di un angelo. Per Evangeline, quelle lettere sono il primo tassello di una storia che affonda le sue radici nella notte dei tempi: la storia degli angeli che hanno tradito Dio e della malvagità che è scesa sulla Terra con un battito d'ali; la storia dei Nefilim, le creature generate dall'unione tra gli angeli ribelli e i mortali; la storia degli angelologi, un gruppo di studiosi che, da generazioni, si tramandano il segreto dell'esistenza dei Nefilim e combattono contro di loro. E, soprattutto, la storia di uno strumento musicale di origine divina e dai poteri straordinari, uno strumento andato perduto e che ora Evangeline ha il compito di recuperare, prima che lo facciano i Nefilim.

 I GIUDIZI
«Un romanzo ambizioso, emozionante e intenso.» The New York Times Book Review

«Angelology è un romanzo ipnotico, in cui teologia, Storia e azione si fondono in un affresco grandioso.»
Time

TRATTO DAL LIBRO
" Inverno 1943
Gli angelologi esaminarono il corpo. Era intatto, privo di segni di decomposizione, la pelle liscia e bianca come pergamena, i vitrei occhi acquamarina rivolti al cielo. Pallidi boccoli ricadevano sulla fronte alta e sulle spalle scultoree, formando un’aureola di capelli d’oro. Persino le vesti – la stoffa di un lucente filo metallico bianco di cui nessuno era in grado d’identificare l’origine – si erano perfettamente conservate, quasi che la creatura fosse spirata in una stanza d’ospedale a Parigi e non in una caverna nelle viscere della Terra.
Quelle condizioni non avrebbero dovuto stupirli. Le unghie delle mani, madreperlacee come l’interno di una conchiglia d’ostrica; il lungo addome levigato e privo di ombelico; la luminosita` sovrannaturale della pelle... Tutto, nella creatura, era come si aspettavano che fosse; persino la posizione delle ali corrispondeva. Eppure era troppo bella, troppo vitale per corrispondere a cio` che avevano studiato dentro soffocanti biblioteche e in riproduzioni di tele quattrocentesche, aperte sui tavoli come carte stradali. Avevano atteso quel momento per tutta la loro vita di angelologi. Sebbene nessuno fosse disposto ad ammetterlo, segretamente avevano temuto di trovarsi di fronte un cadavere mostruoso, tutto ossa e fibre lacerate, qualcosa di simile al reperto di uno scavo archeologico. Invece eccolo lı`: una mano affusolata e delicata, il naso aquilino, le labbra rosse che parevano chiuse in un bacio. Gli angelologi erano radunati intorno al corpo e scrutavano trepidanti verso il basso, quasi che la creatura fosse lı` lı` per muoversi."

23 dicembre 1999, ore 04.45
Evangeline si alzo` molto prima del sorgere del sole, mentre il terzo piano era ancora avvolto nell’oscurita`
e nel silenzio. Senza far rumore, per non svegliare le sorelle che avevano pregato tutta la notte, raccolse scarpe, calze e indumenti vari, se li appoggio` sul braccio e a piedi nudi si avvio` verso il lavatoio comune. Da una fessura della finestra del bagno, scruto` i terreni del convento, su cui aleggiava una foschia antelucana. Un ampio giardino innevato si stendeva fino al bordo dell’acqua, dove una filigrana di alberi nudi miniava il corso dell’Hudson. Il convento di St. Rose era praticamente appollaiato sulla riva del fiume, tanto vicino a esso che, alla luce del giorno, i conventi sembravano due: uno sulla terraferma e uno che vibrava nell’acqua, il primo che si sviluppava nel secondo; un’illusione rotta in estate dalle chiatte
e in inverno dal ghiaccio. Evangeline osservo` il corso lento del fiume, il largo nastro nero fra la neve bianca e pura. Di lı` a qualche ora il mattino avrebbe indorato di sole quei flutti. Ancora intontita, si spoglio` della pesante flanella da notte e rabbrividı` nel freddo pungente del lavatoio. In maglia e mutande di cotone bianco, gli indumenti d’ordinanza distribuiti ogni sei mesi a tutte le sorelle del St. Rose, si studio` con occhio
analitico: le braccia e le gambe sottili, il ventre piatto, gli scarmigliati capelli castani, il ciondolo d’oro posato sullo sterno. L’immagine che galleggiava, riflessa nello specchio davanti a lei, era quella di una giovane donna dall’aria insonnolita. Da cinque anni, Evangeline conduceva l’ora di preghiera quotidiana delle cinque del mattino, da quando cioe`, a diciotto anni, aveva concluso il noviziato e preso i voti. Viveva presso
il convento di St. Rose dall’eta` di dodici e conosceva quel luogo intimamente, come si conosce il temperamento di un amico del cuore. Poteva percorrere il tragitto mattutino a occhi chiusi: a ogni piano, le sue dita accarezzavano i corrimano di legno e le sue scarpe sfioravano i ballatoi. A quell’ora, non c’era in
giro nessuno; l’atmosfera sepolcrale era popolata solo da ombre azzurrine. Ma, dopo l’alba, il St. Rose pullulava di vita, arnia devota e operosa, e ciascuna stanza splendeva di sacre attivita` e di preghiere. Ben presto il silenzio sarebbe svanito: lungo le scalinate, nelle stanze comuni, in biblioteca, in refettorio
e nelle decine di camere sarebbe sbocciata l’animazione delle sorelle. Evangeline scese di corsa le tre ampe di scale verso la cappella. Al pianterreno, varco` l’imponente atrio centrale e si diresse in fondo al corridoio, dove un enorme portale di legno istoriato con scene dell’Annunciazione separava il convento dalla chiesa. Al di qua della linea di confine, lei era immersa nella semplicita` del primo; di la` , si ergeva maestosa la seconda. Mentre lasciava la distesa di moquette per un pallido marmo rosa striato da venature verdi, udı` il proprio incedere farsi piu` sonoro. Il transito della soglia era questione di un passo soltanto, ma la differenza era immensa: l’aria era sempre piu` satura d’incenso, le pareti intonacate di bianco erano sostituite da grandi lastre di pietra e il soffitto era altissimo. La vista si adatto` presto all’abbondanza dorata del Neorococo` . Abbandonato il convento, gli impegni terreni di Evangeline, i suoi doveri caritatevoli e quelli verso la comunita` , cedevano il posto alla sfera del divino: a Dio, a Maria e agli angeli. Nei suoi primi anni al St. Rose, aveva pensato che il numero d’immagini angeliche nella chiesa Maria Angelorum fosse decisamente eccessivo: da bambina le apparivano soverchianti, troppo elaborate e onnipresenti, creature che riempivano ogni nicchia e fessura della chiesa, lasciando ben poco spazio ad altro. E, nel corso del noviziato, aveva avuto un atteggiamento critico nei confronti delle sorelle fondatrici e si era chiesta per quale ragione non avessero messo tanta ricchezza al servizio di scopi migliori. Ma, come per molte altre cose, dopo aver preso il velo, preferenze e obiezioni erano cambiate, quasi che la cerimonia di vestizione l’avesse lentamente riplasmata in una forma piu` consona. E, dopo cinque anni, la ragazza di un tempo era quasi svanita.”

L'AUTORE



Danielle Trussoni è nata a La Crosse (Wisconsin) e si è laureata in Storia e Letteratura Inglese presso l’University of Wisconsin-Madison. Da tempo si è trasferita in Europa, nel sud della Francia, con il marito, lo scrittore Nikolai Grozni, e i due figli. Fin da piccolissima, ha desiderato raccontare sia ciò che la circondava sia ciò che la sua straordinaria immaginazione le suggeriva: un sogno che si è avverato nel 2006, con la pubblicazione di Falling Through the Earth, un memoir sulla vita del padre, che è stato acclamato dal New York Times come uno dei migliori libri dell’anno.
E lo stesso riconoscimento è stato attribuito ad Angelology, il suo primo romanzo, che è subito diventato un fenomeno editoriale: prima ancora che fosse pubblicato, la Columbia Pictures e la società di produzione di Will Smith si sono aggiudicate i diritti cinematografici, mentre i diritti di traduzione sono stati venduti in 32 Paesi.

Sito del libro:




L’INVERNO SI ERA SBAGLIATO
Autore: Louisa Young
Traduzione di Roberta Scarabelli
Pagg. 352
Ed: Garzanti
Collana: Narratori Moderni
Costo: 18.60
Uscita prevista: 26 maggio

Tre donne coraggiose e determinate
Perché il buio non spegne ogni cuore
Perché la guerra non uccide la speranza



Inghilterra, 1915. Come ogni mattina, Julia compie i rituali dell'attesa: lucida la casa alla perfezione, indossa l'abito più elegante che possiede e si acconcia i capelli, accorda il violoncello e poi si siede alla finestra. E aspetta. Aspetta che la promessa venga mantenuta, che suo marito Peter torni dal fronte. Anche Nadine aspetta, ripensando come ogni giorno a quell'amore tenero e spensierato sbocciato a Londra, sotto la neve d'inverno. Quello che nutre per Riley è un amore impossibile, contrastato aspramente dai genitori di Nadine. Ed è proprio per conquistarli che Riley è partito per il fronte, per quella guerra lampo che, dicevano tutti, sarebbe durata soltanto un inverno. Ma l'inverno si era sbagliato. Rose non ha tempo di aspettare. Infermiera in prima linea nel conflitto, ha visto troppi uomini feriti nel corpo quanto nell'anima aspettare soltanto una cosa, la morte. E c'è un filo sottile, fragile e capriccioso, fatto di messaggi dalla trincea, che Rose ha visto troppe volte spezzarsi. Julia, Nadine e Rose sanno che quella maledetta guerra è una lunga attesa, ma unite dalla medesima determinazione e dall'imprevedibilità del destino scopriranno che quest'attesa può essere interrotta solamente in un modo: con il coraggio dei loro cuori.

IL CASO EDITORIALE
Settembre -  inizia la Fiera del libro di Francoforte Tra gli stand non si parla d’altro che del libro che sta incantando tutti gli editori del mondo: si tratta di L’inverno si era sbagliato di Louisa Young.
Ultimi giorni della Fiera – Garzanti riesce ad acquistare i diritti di pubblicazione. Contemporaneamente tutti i giornali italiani iniziano a parlare del romanzo, definendolo il libro più importante della stagione letteraria.
Novembre – Il romanzo viene venduto in tutto il mondo. La casa editrice Harper Collins, che ha acquisito i diritti dopo un’asta molto accesa, scrive in un comunicato stampa: «Il romanzo su cui puntiamo di più, magico e straordinario, originale come pochi».
Dicembre – Nonostante non sia ancora uscito, molte testate internazionali si occupano già del romanzo.
Primavera 2011 – L’inverno si era sbagliato esce in Inghilterra: il successo è immediato. Tutti ne parlano, il romanzo inizia a scalare le classifiche.
Maggio 2011 – L’inverno si era sbagliato esce in Italia.
 I GIUDIZI
«Una scrittura perfetta, d'altri tempi, una storia che afferra l'anima.»
«Library Journal»
«Un romanzo potente sull'amore e sulla guerra.»
«The Times»
«Una storia epica, una cronaca feroce della guerra, una scrittura illuminata e piena di grazia, in cui solo la forza e l'amore alla fine trionferanno sulla disperazione.»
«Kirkus Reviews»

Booktrailers in inglese:




 
L'AUTORE




Louisa Young, londinese, discende da una famiglia di scrittori, scultori e poeti. Giornalista, scrive regolarmente per il «Guardian». Il suo primo romanzo Baby Love è stato candidato all’Orange Prize.







LE FIGLIE PERDUTE DELLA CINA
Autore: Xiran
Traduzione di Valentina Quercetti
Pagg. 252
Ed: Longanesi
Collana: La Gaja Scienza
Costo: 17.60
Uscita prevista: 26 maggio

«Hai mai sistemato una bambina?» Siamo in un villaggio di contadini nel cuore di una regione poverissima lungo il Fiume Giallo, in Cina. Siamo ai giorni nostri, ma in quella zona remota il tempo sembra essere immobile da secoli. «Hai mai sistemato una bambina?» chiede insistente una contadina del villaggio alla giornalista Xinran, durante un’intervista. La giovane sposa di campagna sa bene che è suo dovere dare alla luce un maschio, ed è convinta che ogni donna, come lei, quando mette al mondo una femmina sappia altrettanto bene cosa fare: deve trovare il modo di «sistemare» la bambina, di sbarazzarsi di lei. Deve, suo malgrado, abbandonarla.
L’abbandono delle bambine appena nate era, ed è tuttora, una pratica tristemente diffusa in Cina, e non solo nelle zone rurali, complici le ristrettezze economiche e una legge sulla pianificazione delle nascite che per anni ha imposto a ogni famiglia un figlio solo. Alle bambine più fortunate il destino ha riservato l’amorevole accoglienza di una famiglia adottiva in un paese occidentale. Per molte altre nascere femmina ha significato essere brutalmente uccise appena venute al mondo.
Grazie a un lavoro di ricerca e di inchiesta durato anni, Xinran dà finalmente voce al silenzioso dolore delle donne cinesi – contadine, studentesse, impiegate – che hanno abbandonato le proprie neonate sulla via di una città, fuori da un ospedale o da un orfanotrofio o sulla banchina di una stazione, offrendoci uno spaccato della Cina odierna per molti aspetti inedito, e al tempo stesso narrandoci una storia fatta di drammi e di speranze ritrovate, una storia capace di lasciare il segno.

 I GIUDIZI
"Una testimonianza struggente sulla condizione delle donne e delle bambine in Cina. Storie di destini femminili che aggiungono una fosca pennellata alla vita deitro la Grande Muraglia."
Angela Terzani


"Solo un cuore di pietra potrebbe non commuoversi."
The Economist


"Xinran denuncia con forza il sistema del suo Paese dando voce non solo alle madri naturali che hanno dovuto sopportare il dolore e il senso di colpa per la perdita delle proprie figlie, ma anche alle madri adottive di tutto il mondo che hanno accolto le bambine cinesi abbandonate."
The Times




"Un libro unico, scritto la partecipazione e il calore di una grande narratrice."
Financial Times


TRATTO DAL LIBRO
"Cominciai a scrivere Le figlie perdute della Cina il 2 febbraio 2008 in Australia, in una piccola casa vicino al mare in Blues Point Road, a Sydney... Il 7 febbraio era il capodanno cinese, o festa di primavera, e i media australiani parlarono delle decine di migliaia di cinesi che partecipavano ai festeggiamenti. Oltre un centinaio di famiglie che avevano adottato bambini cinesi vi presero parte. Mentre osservavo le bambine vestite con costumi cinesi che chiedevano in inglese ai loro genitori australiani che cosa fosse la festa di primavera, provai sentimenti confusi. Quelle bambine erano davvero figlie della Cina? Sì, penso che lo fossero. Come dicevano gli antichi: quando le arance del Sud vengono trapiantate al Nord continuano a essere arance, anche se hanno un sapore leggermente diverso. Credo che pur essendo cresciute in un paese e in una cultura stranieri, il sangue delle loro madri cinesi continui a scorrere nelle loro vene."

L'AUTORE

Xinran, giornalista e scrittrice, è nata a Pechino e dal 1997 vive a Londra. Ha pubblicato numerosi libri, fra cui il bestseller La metà dimenticata. Per aiutare i bambini cinesi che vivono in condizioni di disagio ha fondato l’associazione benefica The Mothers’ Bridge of Love

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